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«Da che parte sta il cielo?»

Chissà da che parte sta, il Cielo. Chissà.
Se non altro, dal Vangelo sappiamo chi c’è: il Risorto.
Quel Cielo, allora, non può che essere a Sua immagine e somiglianza.

10 Maggio 2018 //  by DonCristiano

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Chissà da che parte sta, il Cielo. Chissà.
Se non altro, dal Vangelo sappiamo chi c’è: il Risorto.
Quel Cielo, allora, non può che essere a Sua immagine e somiglianza.


 

Solennità dell’Ascensione del Signore

 

Il Signore Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. (Luca 24, 36b-53)

 


 

Da che parte sta il Cielo?

C’è chi se lo domanda per paura.
Gli han messo in testa che lassù le cose son poco prevedibili, che il padrone dei piani alti è un tipo poco affidabile, permaloso e umorale.
Così si è convinto che è più facile finire all’Inferno che raggiungere il Cielo.
E più che lasciarsi prendere dal desiderio per quest’ultimo vive inseguito dal terrore del primo.
Scrupoli, patemi, sensi di colpa han fatto della sua vita una dannazione, pari a quella da cui vorrebbe fuggire raggiungendo il Cielo.

 

Da che parte sta il Cielo?

Se lo chiede il filosofo dell’esistenza.
Il senso delle cose è il suo pallino fisso e crede che tutto comporti una giustificazione e una ragione, almeno una scusa.
Perché la vita? Perché la morte? Che scopo ha il nostro esistere?
Qual è il mio compito sulla terra? Come si spiega il male del mondo? Di cosa è fatto Dio?
Cosa vuol dire eternità? E se di là non c’è nulla? Quale sarà la nostra fine?
Il Cielo, più che il suo destino, è la destinazione delle sue domande.
Chi ci sarà, non è un suo problema.

 

Da che parte sta il Cielo?

Lo ripete meccanicamente chi non ne può più della vita.
Un dramma dopo l’altro, fallimenti su tutti i fronti. Solitudine. Miseria. Sofferenza.
Troppo gli han chiesto i giorni di questa terra e non gli è rimasto altro desiderio che fuggirli.
Lasciare questa vita prima possibile è l’unica alternativa consolante.
Via da se stesso e da tutto il dolore sopportato.
Non importa che sia bello o brutto il Cielo.
Che sia buio, che sia luce, che sia oblio, che sia compimento, basta che non sia questa vita.

 

Da che parte sta il Cielo?

Lo protesta violentemente chi lotta contro l’ingiustizia.
Possibile che sia indifferente a tutta la violenza, le malignità, le atrocità degli uomini?
Come può il Cielo tacere di fronte a tutto questo?
Sordo alle preghiere. Impassibile di fronte alle bestemmie. Distante dai bisogni dell’umanità.
Quale divinità crudele può mai abitarvi, ammesso che ne esista una?
E invocando da lassù la condanna per gli empi e la salvezza dei giusti, ammette che non è il Cielo il suo tormento, ma solo il senso di impotenza per i mali dell’umanità.

 

Da che parte sta il Cielo?

Sospira dolente e sottovoce chi ha perso il suo amato o chi non ha più la sua amata.
Dove sarà? Come starà? Perché mi è stato tolto? Si chiede bruciando dal gelo della mancanza.
Non è più vita senza colui che ne era l’unica ragione.
E chiedere del Cielo più che un dubbio è una discreta speranza: ci rivedremo, vero?
Non importa dove si vada e nemmeno quanta strada ci sia ancora.
Importa che ci sia lui, conta che ci sia lei, che già di questa terra faceva qualcosa di tanto simile al Cielo.


 

Chissà da che parte sta, il Cielo. Chissà.

Se non altro, dal Vangelo sappiamo chi c’è: il Risorto.

Quel Cielo, allora, non può che essere a Sua immagine e somiglianza.

Se vogliamo capirne qualcosa, dobbiamo guardare a Gesù, al Risorto, che del Cielo e della Terra ha fatto una cosa sola, restando aggrappato al Padre e tenendo stretta la mano dell’uomo.

Tra noi e lassù già ora non c’è alcuna distanza, anche se il modo in cui il Cielo ci è a fianco resta misterioso e spesso incomprensibile.

Ma né più né meno di quanto lo sia stato Gesù con la Sua vita, il Suo annuncio, la Sua Pasqua.

Il Cielo sta dalla parte del Risorto.

Per il Vangelo è questa la risposta che basta ad ogni domanda.

Come in Cielo così in Terra.

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Categoria: Solennità e Feste dei Santi, Tempo di PasquaTag: Vangelo di Luca

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