Ci sarà una situazione in cui tutto è perfetto, al posto giusto al momento giusto? È un domanda che ci si fa, nella convinzione che stia lì il senso di pienezza e di vera soddisfazione.
1. Ingresso.
Mettiti alla presenza del Signore. Cerca la calma. Fa’ un lento segno di croce. Chiedi allo Spirito la pace interiore, la libertà di cuore e la capacità di accogliere i suoi doni. |
2. Leggere e gustare
Gli apostoli si riunirono attorno al Signore Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. (Marco 6, 30-34)
Leggi il brano con grande attenzione cercando di comprendere «che cosa dice». Presta ascolto a quali parole o versetti ti suscitano reazioni interiori significative e soffermati gustandone il sapore, buono o cattivo che sia. Se ti sono d’aiuto, utilizza gli spunti seguenti per meglio comprendere il testo. |
spunti di lectio
I dodici sono di ritorno dalla missione.
Li aveva inviati a due a due Gesù in Mc 6, 7ss., dando loro il potere sugli spiriti impuri e ordinando loro di seguire alcune indicazioni di azione, di comportamento e di equipaggiamento. Sobrietà, disponibilità all’incontro e alla condivisione, franchezza, attenzione e dedizione ai malati erano le parole chiave.
Nel rientro dalla missione Marco li chiama «apostoli» (inviati), unica volta in tutto il suo Vangelo. D’altra parte è anche l’unica volta, nello stesso Vangelo, in cui l’azione dell’insegnamento viene attribuita a qualcuno che non sia Gesù. Della missione dei dodici viene evidenziata fortemente la continuità rispetto all’opera di Gesù.
L’impressione è che sia stata un successo. C’è molto da raccontare e da condividere. Inoltre quell’andirivieni di persone dà la sensazione che l’azione degli apostoli abbia suscitato un notevole movimento e un crescente interesse.
Tuttavia si avverte un’aria di confusione e di disorganizzazione. La folla va e viene, si accalca, chiede, preme. Sembra muoversi istintivamente, senza guida e senza criterio, come se il primo effetto della missione dei dodici fosse stato l’aver sollevato un polverone, più che aver dato una direzione.
Manca organizzazione, ma anche il tempo per mangiare e manca infine il riposo. Gesù, che non ha espresso alcun giudizio sul lavoro svolto dai suoi, reagisce facendosi carico della loro stanchezza.
Cercano perciò «un deserto» per ritirarsi, ma la folla che precede la barca fa mancare anche quello. Al “pieno” dell’impegno degli Apostoli fanno da contraltare nel racconto diverse mancanze.
Tocca però a Gesù constatare visceralmente (il testo usa un’espressione che richiama un sentire uterino, le “viscere di misericordia” del Dio biblico) la carenza più grave: la folla è senza guida, senza direzione e senza nutrimento.
Se la missione dei dodici sembrava aver dato dei risultati, il disorientamento della folla pare dire il contrario. Nelle loro parole di annuncio del Regno e nelle loro opere di cura e misericordia non è stato colto l’agire di Dio a favore del popolo.
Pur essendosi molto affannati, non sono stati capaci di corrispondere al bisogno più profondo della gente. Cosa è mancato dunque, e in che modo hanno fallito?
Alla “fame” di parola della folla risponde alla fine Gesù, insegnando con grande abbondanza. Di fronte a un simile smarrimento non ci sono altre priorità.
3. Ascoltare e Confidare
Interroga il testo cercando di coglierne il messaggio essenziale (cosa rivela di Dio, dell’uomo, del mondo, dei valori fondamentali?). Colto il messaggio, applicalo alla tua vita. Che cosa ti dice il testo? Dialoga con il Signore confidandogli quel che ti è sorto nel cuore. Se ti sono d’aiuto, utilizza gli spunti seguenti per meditare il testo. |
spunti di meditato
A volte, la Scrittura sa far risuonare la vita con le sue esperienze e le sue situazioni, riarraggiandola in modo diverso o spingendola su un’altra tonalità.
Ascoltando questo brano pieno di mancanze (il cibo e il riposo, il deserto, l’organizzazione della folla, il pastore) mi è venuto immediatamente da pensare a tutte le situazioni in cui finisce sempre per mancare qualcosa.
Un progetto perfettamente sviluppato, eccetto quel minuscolo dettaglio. Un piatto preparato perfettamente ma rimasto un po’ insipido. Una rimpatriata tra amici e c’è quello che all’ultimo bidona. Un concerto fantastico ma non fanno la tua preferita. Appena finito di pulire la casa ed ecco la macchia dimenticata sul pavimento. Una giornata tutta per me ed ecco l’imprevisto che costringe a lavorare.
E quella sottile venatura di amarezza che poi rimane: «Avevamo fatto tutto così bene… Per una volta che sembrava tutto così perfetto… Ero sicuro di aver controllato tutto… Manca sempre qualcosa!».
Ci sarà una situazione in cui tutto è perfetto, al posto giusto al momento giusto? È un domanda che ci si fa, nella convinzione che stia lì il senso di pienezza e di vera soddisfazione.
Ma nelle mancanze del brano di oggi, alla fine ha preso posto il «di più» di Gesù.
Davanti a questa Parola, tutti quei nostri «manca sempre qualcosa!» non suonano più come una nota stonata, ma come l’invocazione perché il Solista Virtuoso intervenga a colmare i buchi dello spartito.
Certo, se dimentichiamo il sale nella pasta, mica vedremo Gesù correre a correggere il gusto. Ma possiamo far correre il cuore a lui, invocandolo come il «di più» che supera le nostre mancanze, anche mentre ci rassegniamo allo spaghetto insipido.
4. Congedo
Sospendi le parole, rallenta i pensieri, cambia fisicamente posizione. Recita lentamente il Padre nostro, traccia un consapevole segno di croce e sosta qualche istante. |